Se il Teatro si può accordare

Se il Teatro si può accordare

L’intervista all’arch. Antonio Galeano del 03 Maggio 2013 apparsa sulla Gazzetta del Sud a cura di Matteo Pappalardo.

Ripercorriamo un po’ la genesi …..
L’idea del Teatro Annibale di Francia di Messina fu del Professore Giuseppe Vermiglio, nella sua
veste di allora Presidente del Vittorio Emanuele – teatro cittadino – , fu lui a proporne lo spazio, già
era già un edificio completato solo all’esterno, parte dell’Istituto delle Figlie del Divino Zelo di
Piazza Spirito Santo. L’opera fu poi realizzata dall’Istituto grazie alle scelta coraggiosa della Madre
Generale dell’Ordine Diodata Guerrera e alla Madre Superiora di Messina, Madre Fernanda Reale,
il Teatro fu infatti integralmente finanziata dal loro Ordine. A Messina mancava un moderno spazio
specializzato per la musica, e la mia idea fin dall’inizio, siamo nel 98, fu quella di pensare ad una
sala che si potesse accordare come uno strumento musicale, l’idea era quella di uno spazio
specializzato per le esecuzioni dal vivo di qualunque genere musicale, che riuscisse a riportare la
pienezza timbrica dell’esperienza dell’ascolto dal vero, era un tentativo di risposta progettuale ad
una tendenza crescente che vede la musica digitale sostituire le modalità e peggio ancora la ritualità
dell’esibizione dal vivo …

– A quale modello, ammesso che ci sia, si è ispirato? Oggi ve ne sono altri simili?
Mi sono ispirato unicamente ai meccanismi di diffusione del suono, cercando di superare le forme
del Teatro storicizzato come lo conosciamo, quale ad esempio la Scala di Milano, o lo stesso
Vittorio Emanuele di Messina, nella sua veste originaria, in quanto queste sale hanno una riverbero
dato, per cui se vanno bene per la musica sinfonica non potranno andare bene per altri tipi di musica
come quella da camera, che evidentemente richiede altri tempi di riverbero. Molta dell’architettura
contemporanea gode di un estetica autoreferenziale, credo che l’architettura non debba produrre
nuove forme, ma nuovi luoghi, il Teatro Annibale di Francia è un luogo in cui le forme – come le
pareti a prismi acustici girevoli e il soffitto a cuscino sonoro – sono generate dai principi di
diffusione del suono nello spazio, una sala in cui il suono si modella in funzione delle esigenze della
musica. Ad oggi che io sappia non esistono esempi simili, e questo credo mi abbia aiutato per i
progetti che sono venuti dopo …

– Quali altri spazi per la musica ha realizzato o sta realizzando?
Recentemente ho progettato un allestimento acustico per l’Istituto Italiano di Cultura a Parigi,
all’Hotel de Galliffet, è un allestimento amovibile, è un progetto ancora in itinere e dovrebbe
spostarsi all’Ircam, sto lavorando anche all’ipotesi di un allestimento per la Triennale di Milano,
nell’ambito del Progetto “Milano città della Musica”, che sto curando con la Fondazione Amadeus
per l’Expò 2015, sempre a Milano ho completato da poco il progetto dell’Auditoriun per la
Biblioteca-serra di Villa Finzi.

– A Messina ?
… a Messina ho progettato un Teatro all’aperto per Palazzo Blu, nell’ambito di un operazione di rigenerazione
urbana che però è subordinata ad una scelta precisa dell’ Amministrazione Comunale a
non pensare l’intera area come esclusivamente residenziale, ho anche progettato un Auditorium per
il Parco Museo di Castel Gonzaga, credo che a Messina nonostante la crisi civile prima che
economica esista ancora fame di spazi teatrali …

– Parliamo del Progetto “Forme della Musica” …
E’ un progetto culturale fra il Teatro Annibale di Francia e sempre la Fondazione Amadeus di
Milano, si tratta di creare un comune terreno di incontro fra i musicisti ed i progettisti per gli spazi
acustici, l’idea è di “architetti del suono” in grado di creare ancora, come in passato, luoghi rituali
per l’ascolto e non semplici contenitori …

– Progetti futuri ? Sappiamo di un progetto per la Biennale di Venezia
Sì, è stato il Maestro Ivan Fedele, Direttore della Biennale Musica ad invitarmi a Venezia per un
allestimento acustico al Teatro delle Tese, sto lavorando a stretto contatto con il Maestro che si è
subito mostrato ricettivo verso il lato sperimentale del mio lavoro, ho iniziato da poche settimane,
se mi presterete ancora orecchio vi farò sapere…

Grazie.

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Pagina Cultura Gazzetta del Sud 070513

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